Mappa delle disfunzioni frontali con
la DBS
ROBERTO
COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 02 marzo
2024.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Il rilievo dei circuiti del lobo frontale in
neurofisiologia, neuropatologia, neurologia e psichiatria ha pochi confronti,
in quanto questi sistemi neuronici costituiscono la base neurale principale di
numerosi processi cognitivi, affettivi e motori, e la loro disfunzione è
implicata e studiata in una significativa varietà di condizioni cliniche. Il
principale quesito che la neuropatologia ha posto alla neurofisiologia del lobo
frontale è costituito da indicazioni che consentano di circoscrivere e
delimitare gli specifici domini corrispondenti a ciascuna disfunzione; fino ad
oggi la ricerca non è riuscita a fornire una risposta soddisfacente.
La complessità delle interconnessioni, l’integrazione
di componenti funzionali da parte di informazioni distribuite nelle maggiori reti
telencefaliche rendono veramente arduo identificare quale circuito è all’origine
di quale disturbo, perché la distinzione dovrebbe consistere più nel
ritagliare una parte da un insieme funzionale che nel far corrispondere 1:1
funzione e sede anatomica.
Un modo per leggere e discriminare in questa fitta
rete di attività cerebrale è stato trovato da Barbara Hollunder
con decine di colleghi coordinati da Andreas Horn: la stimolazione cerebrale
profonda (DBS, deep brain stimulation).
(Hollunder B. et al., Mapping dysfunctional circuits in
the frontal cortex using deep brain stimulation. Nature Neuroscience – Epub ahead
of print doi: 10.1038/s41593-024-01570-1,
2024).
La provenienza degli autori è prevalentemente la seguente: Movement Disorders and Neuromodulation Unit,
Department of Neurology, Charity – University of Medicine Berlin, Berlin (Germania);
Einstein Center for Neurosciences Berlin, Charity – University of Medicine
Berlin, Berlin (Germania); Berlin School of Mind and Brain, Humboldt-University
of Berlin, Berlin (Germania); Department of Psychiatry and Psychotherapy, Charity
– University of Medicine Berlin, Berlin (Germania); University of Grenoble
Alpes, Grenoble (Francia); Movement Disorders and Neuromodulation Centre,
Department of Neurology, University of California, San Francisco, California (USA);
Center for Brain Circuit Therapeutics, Department of Neurology, Brigham and
Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA (USA); Department of Neurosurgery,
Massachusetts General Hospital, Harvard Medical Hospital School, Boston (USA); Department
of Psychiatry, Center of Hospital Grenoble Alpes, Grenoble (Francia); The BioRobotics Institute, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa (Italia); Department of
Excellence in Robotics and AI, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa (Italia); Department of
Psychiatry and Psychotherapy, Faculty of Medicine and University Hospital
Cologne, Cologne (Germania).
Barbara Hollunder, Andreas
Horn e colleghi hanno esaminato un campione di 534 pazienti con elettrodi
impiantati per la terapia mediante DBS per quattro diverse patologie cerebrali.
Analizzando i rilievi allo scopo di identificare le connessioni modulate nelle
risposte terapeutiche ottimali dei vari disturbi, i ricercatori si sono trovati
a comporre una mappa che ripartiva la corteccia frontale in domini appartenenti
a circuiti, che erano diventati disfunzionanti in ciascuna delle quattro
categorie diagnostiche.
I circuiti disfunzionanti erano topograficamente
arrangiati dal lobo occipitale al frontale, e andavano dalle interconnessioni
con le aree corticali sensomotorie nella distonia, con la corteccia motoria
primaria nella sindrome di Tourette, e con l’area motoria supplementare nella
malattia di Parkinson, fino a quelle con la corteccia prefrontale ventromediale
e con la corteccia cingolata anteriore nel disturbo ossessivo-compulsivo.
Questi risultati dimostrano come l’integrazione
della DBS con la connettomica cerebrale possa costituire un potente
strumento per esplorare l’accoppiamento tra la struttura anatomica encefalica e
le alterazioni funzionali del cervello umano.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto Colonna
BM&L-02 marzo 2024
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